Alle stagioni da Meridiana, 1987
L'inarrestabile e inavvertibile fluire del tempo. La superiore armonia che regola l'universo. La ciclicità degli eventi nel perenne mutare delle cose e degli uomini. La natura come garante e depositaria della vita. I temi della lirica che segue sono quelli di sempre. La tecnica espressiva, invece è nuova e suggestiva: sia per la scelta di visualizzazione, attraverso alcune analogie, (i concetti espressi nelle figure-simbolo delle stagioni) sia per l'originalità delle soluzioni espressive. Così, nella lirica, attraverso un linguaggio denso e allusivo, le stagioni, con il loro avvicendarsi, i loro colori e la loro funzione, diventano l'immagine stessa del gioioso ritmo vitale dell'universo.
Metro: versi liberi, per lo più endecasillabi.
Lo spettacolo della natura è una trama stupefacente di manifestazioni e fenomeni il cui linguaggio e il cui significato la poesia cerca da sempre di intendere e di esprimere. Nella lirica di Maura Del Serra, le stagioni sono l'immagine sensibile del ritmo universale. Esse sono le sintesi tra il mutare incessante delle cose - l'eterna vicenda di nascita, trasformazione e morte - e l'eternità perfetta dell'ordine universale; esse permettono ai nostri sensi parziali e al nostro intelletto limitato di percepire il tempo, quindi l'eternità, e di intuire le profonde analogie tra le cose: perfino le manifestazioni della storia dell'uomo, che pure appaiono così effimere, acquistano un senso dal fatto che sono da esse rispecchiate.
Dal punto di vista stilistico-espressivo, la lirica si caratterizza per la ricchezza di simboli e di immagini che contiene e per l'ampio respiro sintattico della sua trama concettuale: è, infatti, costituita da un unico periodo che, sviluppandosi in forma di apostrofe alle stagioni, si articola in una serie di definizioni che si susseguono e si intrecciano, evidenziate e connesse dall'uso attento della punteggiatura. Il linguaggio è essenziale e rarefatto, adatto all'espressione di idee nette e di immagini intensamente liriche. Il ritmo è agile e mosso, dilatato di continuo dagli enjambements, e dal frequente ampliamento dell'endecasillabo di base in versi più lunghi.
Mimesi da Infinito presente, 1992
La poesia contemporanea, senza inibizioni di sorta, affronta in termini problematici anche il sempre complesso nodo dei rapporti fra l'uomo e Dio, il tema senza fondo della fede.
Si veda come, nella lirica che segue, Maura Del Serra rappresenta, in immagini di folgorante intensità che danno voce a una vicenda comune a molti, la sua drammatica ma appagante esperienza religiosa.
Metro: versi liberi costituiti da endecasillabi inframmezzati da settenari e da versi di quattordici sillabe.
L'uomo, che è fatto a immagine di Dio, su Dio si modella. Quando Dio fugge da lui anch'egli fugge da Dio; quando Dio torna da lui, anch'egli torna da Dio. E l'uomo che Dio torna a visitare o che torna a Dio - dopo una dialettica anche aspra e drammatica di rifiuti e dimenticanze - ritrova, affidandosi fiduciosamente alla vita, quella corrispondenza tra forma divina e forma delle cose che è alla base della creazione e dell'universo: soprattutto, scopre nell'infinita multiformità della vita la trasparenza che permette di intravedere il disegno divino. Compito del poeta a questo punto diventa quello di testimoniare - con la parola - la forma perfetta e infinita di Dio che si manifesta attraverso la molteplicità delle forme del creato: Maura Del Serra, infatti, conclude la lirica affermando la sua volontà di "narrare" le infinite forme di Dio.
Dal punto di vista stilistico ed espressivo, la lirica è caratterizzata da una struttura sintattica compatta che chiude nel giro di un unico periodo ritmato dalle anafore, dai parallelismi e dalle antitesi concettuali l'intero discorso - confessione-professione di fede della poetessa. La lingua è ricca di immagini ardite ("mi feci grotta"; "mi acuminai in disdegno"; "mi sciolsi in oblio" ecc.), di grande effetto emotivo. Il ritmo musicale, affidato all'alternanza di versi brevi e lunghi e a una serie di assonanze, è serrato e incalzante nella prima parte della lirica, più pacato e disteso nella seconda parte.
Ne Lo spazio del testo a cura di A. Fattori, F. Roncoroni, M. Sboarina, Arnoldo Mondadori Scuola, 1995, pp. 1326/27 - 1329/30
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