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  • Maura del Serra

Else Lasker-Shuler. Caro cavaliere azzurro


Caro cavaliere azzurro


Si può ancora trovare nelle librerie il quinto volumetto della collana "Ocra gialla", da poco pubblicata dalle edizioni Via del Vento, che raccoglie testi inediti e rari del Novecento.

Dopo Bigongiari, Manzini, Boine e Del Serra è la volta ora della poetessa tedesca Else Lascker-Schüler della quale vengono proposte, con il titolo Caro cavaliere azzurro, sedici delle cinquantasei lettere indirizzate fra il 1913 e il 1915 all'amico pittore Franz Marc [...].

Nata a Elberfeld, in Westfalia, l'11 febbraio 1869, Else Lasker-Schüler vede l'infanzia e la giovinezza segnate dalla morte della madre nel 1890.

Travagliata anche la sua vita sentimentale. Nel 1894 sposa il medico Berthold Lasker dal quale però si staccherà presto per avvicinarsi ai gruppi radical-socialisti e pacifisti. Vive così una vita quasi randagia e bohémienne, abitando spesso in alloggi di fortuna. Ottenuto il divorzio, nel 1910 sposa il critico e scrittore Georg Levin che abbandonerà l'anno successivo.

Intensa in questi anni la sua attività letteraria. Nel 1902 pubblica la raccolta di liriche Styx; nel 1905 Der Siebente Tag e i racconti Die Nachte Tinos von Bagdads. Nel 1910 fonda la rivista "Der Sturm", organo dell'espressionismo berlinese, mentre le lettere qui tradotte appaiono per la prima volta sulla rivista "Die Aktion".

Nel contempo tiene letture poetiche in Olanda, Francia, Belgio e Cecoslovacchia. Nel 1933 fugge in Svizzera dove, aiutata da amici ebrei, si stabilirà a Zurigo.

Dopo due viaggi in Palestina, nel 1940 si ritira a Gerusalemme, dove muore il 22 gennaio 1945.

Maura Del serra, nella nota al testo, rileva come l'insieme delle lettere inviate da Else al suo caro cavaliere azzurro "si staglia nel ricco bazar letterario degli epistolari novecenteschi come un piccolo gioiello policromo dal disegno esotico, simile a quelli che Else amava portare a profuso complemento delle sue mises stravaganti da odalisca dell'avanguardia berlinese".

Ancora la Del Serra evidenzia come alla sua morte Benn ebbe a definire Else Lasker-Schüler come "l'incarnazione lirica dell'elemento ebraico e di quello tedesco in una sola persona" e Karl Kraus la proclamò "la più grande poetessa lirica che la Germania abbia mai avuto".

Un volumetto, insomma, da leggere d'un fiato per poi conservarlo gelosamente [...].

F.B.

"La Vita", 3 settembre 1995




Caro cavaliere azzurro


[...] Si tratta di una raccolta di quindici lettere, estrapolate da un corpus di cinquantasei, indirizzate, tra il 1913 e il 1915, dall'inquieta poetessa tedesca all'amico pittore Franz Marc.

Di famiglia ebraica, Lasker-Schüler, uno tra i primi esponenti dell'espressionismo, nasce nel 1869 in Westfalia e muore nel 1945 a Gerusalemme, dove si era stabilita cinque anni prima e dove aveva scritto l'ultimo dramma (Ichundich) e le ultime sue liriche (Mein blaues Klavier).

Una vita sregolata quella di Else (autrice di drammi, romanzi, novelle ma soprattutto di testi poetici) dominata dal dolore e dalla solitudine (brevi e sfortunati i suoi legami sentimentali) e dalla povertà, dalle quali cercherà di evadere attraverso l'uso dell'oppio.

"La famosa definizione che Benn dette di lei alla sua morte", annota Maura Del Serra nel suo intervento critico al testo, come "l'incarnazione lirica dell'elemento ebraico e di quello tedesco in una sola persona" – in eco a quella di Karl Kraus, "il Cardinale" qui spesso chiamato in causa, che con insolito entusiasmo la proclamò "la più grande poetessa lirica che la Germania abbia mai avuto" – mostra in questo piccolo specchio segreto le sue ragioni intime di accorata bellezza sapienziale, avvolta da una ironica bizzarria degna del pungente becco visionario del "cigno d'Israele". [...]


c.l.

"pistoiaprogramma", luglio-dicembre 1995



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