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  • Maura del Serra

Pietro Parigi. Noi lenti e le stelle



Isonzo, 1915: i ricordi di guerra dell'incisore Parigi


Nel 1915 Pietro Parigi è sul fronte dell'Isonzo, in piena zona di guerra. Ha ventitré anni. Tra il giugno e il luglio di quello stesso anno raccoglie su di un libretto le sue emozioni, annota i suoi pensieri, un memoriale che, scritto dietro l'incalzare, la fretta di senzazioni immediate, molto più tardi, nell'agosto del 1969, decide di trascrivere in forma più leggibile.

Qeste sono le pagine inedite che le edizioni pistoiesi Via del Vento (dirette da Fabrizio Zollo e curate in collaborazione con Paolo Iacuzzi) hanno pubblicato nel quaderno, l'ottavo in ordine di uscita, edito nella collana di testi inediti e rari del Novecento. [...]

Pietro Parigi nasce a Settimello nel 1892. A tredici anni, in seguito alla morte del padre, si trasferisce con la famiglia a Firenze dove, l'anno dopo, entra nella bottega dell'incisore Farnesi frequentando fino al 1912 la scuola professionale delle Arti Decorative di Santa Croce.

Dal 1915 al 1917 è sul fronte, da dove torna, congedato e decorato, impedito nell'uso del braccio sinistro dopo essere stato ferito ad una spalla.

A Firenze si dedica alla tecnica dell'incisione su metallo e realizza le prime xilografie per Bargellini, Betocchi e Lisi, che gli affidano l'illustrazione di "Calendario dei pensieri e delle pratiche solari": è così che ha inizio la sua intensa attività di illustratore di testi letterari, prima con il "Frontespizio", poi per i grandi editori. Per oltre 27 anni (1927-1954) insegna incisione all'Istituto d'Arte di Porta Romana e inizia nel '52 la collaborazione con l'Istituto del Dramma Popolare di San Miniato.

Dal '62, dopo l'insegnamento all'Accademia di Perugia, collabora alla "Città di Vita" e nel 1980 sarà proprio il convento di Santa Croce ad accogliere la mostra permanente delle sue opere voluta dall'amico padre Massimiliano Rosito. Parigi muore il 5 ottobre del 1990.

Scrive, tra l'altro, nella nota conclusiva Maura Del Serra: "Il mondo di Parigi deve la sua forza primigenia alla sua qualità di mundus imaginalis fatto di archetipi ('essere umani ed essere angelici', come li definiva Hermet, non concettualmente, ma spiritualmente elaborati con artigiana 'sapiente innocenza' Betocchi) sempre circolarmente tesa al summum simplex fisiologico e soprasensibile che sfida e misura la ragione dialettica. Sono ricorrenti, nei quaderni, le notazioni contro le estetiche teoriche e quelle sul vero, sulla vita e il perché della vita, sull'istinto e lo spirito, sugli antichi che 'erano metafisici pur essendo realistici'; perciò Parigi è uomo ed artista – come egli dice efficacemente di Gaya – 'sempre in piedi', anche se mai, o raramente, sul proscenio dell'oratoria; mosso da quell'urgenza assoluta ed antintellettualistica del 'lavorare sodo che insegna e frutta' alla quale sacrificherà, a partire dal 1953, il lusso della scrittura [...]".

Il Quaderno (sulla cui copertina è stata riprodotta la xilografia di Parigi Quattro uomini sul calesse del 1934) si compone anche di una nota biografica e accoglie alcuni disegni e xilografie per lo più inediti.


CINZIA LOTTI

"Il Giornale di Pistoia", 15 dicembre 1993




Quaderni di via del Vento. Diario di guerra di Parigi


L'ottavo numero dei "Quaderni di Via del Vento", uscito in questi giorni, propone Noi lenti e le stelle, un frammento inedito del diario di guerra di Pietro Parigi con prefazione di Maura Del Serra, che definisce l'inedito di Parigi "una prova d'artista in linguaggio parallelo, un'ardua prova di vita consegnata alla puntasecca memoriale".


"La Nazione", 30 ottobre 1993




PIETRO PARIGI, Noi lenti e le stelle. Memorie inedite ("iquadernidiviadelvento"), a cura di Maura Del Serra, illustrato, Pistoia, Edizioni Via del Vento, 1993


Postfazione di Maura Del Serra. Memorie inedite del celebre xilografo fiorentino nato nel 1892 e morto nel 1990, scritte nel 1915 durante il tragitto da Napoli dove prestava servizio militare, al fronte di guerra e ricopiate dallo stesso Parigi nel 1969 con varianti. Il testo è accompagnato da undici xilografie e disegni in gran parte inediti.


"La Rivisteria", marzo '94


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