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  • Maura del Serra

Poesia e lavoro nella cultura occidentale

Aggiornamento: 26 feb 2021



INDICE


Prefazione di Guglielmo Epifani

Introduzione di Maura Del Serra

  1. Le origini:

  2. La Bibbia Omero Esiodo Virgilio Orazio Ovidio Marziale

  3. Dal Medioevo all'età illuministica:

  4. François Villon Michelangelo Buonarroti Ludovico Ariosto Torquato Tasso William Shakespeare George Herbert Giuseppe Parini

  5. L'età romantica:

  6. Johann Wolfang Goethe Friederich Hölderlin William Wordsworth Ugo Foscolo Heinrich Heine Walt Whitman Charles Baudelaire Emily Dickinson

  7. Il tardo Romanticismo, il Simbolismo e le avanguardie moderniste:

  8. August Strindberg Giovanni Pascoli Edgar Lee Masters Umberto Saba Clemente Rebora Osip Mandel'stam Jorge Luis Borges Thomas Stearns Eliot Bertolt Brecht Pablo Neruda Miguel Hernandez

  9. Il medio e l'ultimo Novecento:

  10. Nelly Sachs Carlo Betocchi Sandro Penna Simone Weil Alfonso Gatto Ghiannis Ritsos Stephen Spender Giorgio Caproni Dylan Thomas Pier Paolo Pasolini Margherita Guidacci Wyslawa Szymborska


RISVOLTO DI COPERTINA

Questo originale volume si propone come uno strumento agile ed insieme riccamente documentato per chiunque voglia focalizzare l'attenzione sul tema fondante del lavoro, visto nelle sue complesse sfaccettature culturali ed espressive, dall'occhio e dalla sensibilità personale di un ventaglio dei maggiori poeti dell'Occidente, attraverso la loro opera antologizzata, in un arco temporale che dalla Bibbia e dal mondo greco-latino giunge fino ai giorni nostri. All'interno delle cinque sezioni che scandiscono il libro, ciascun autore è introdotto da un puntuale profilo biografico-critico, completato da un sintetico commento dei testi prescelti e da essenziali indicazioni bibliografiche.

Una lettura indispensabile per scoprire ed approfondire i caratteri e la centralità plasmatrice del lavoro nella cultura umanistica occidentale, al di là di ogni stereotipo o condizionante retorica.



PREFAZIONE

Il centenario della CGIL ha dato vita a una serie straordinaria di iniziative che hanno valorizzato il ruolo determinante svolto dalla nostra organizzazione, e dal mondo del lavoro che questa rappresenta, nello scenario della storia italiana in termini di emancipazione, libertà, democrazia. Nello stesso tempo la celebrazione di questo anniversario ha contribuito a sottolineare il disagio per quel cambiamento prodottosi negli ultimi anni, e ancora in corso, che progressivamente ha rotto i tradizionali collegamenti di valore tra l'attività degli individui e le comunità di appartenenza. Questa perdita di valore del lavoro, che da anni andiamo denunciando, impone alla CGIL uno sforzo importante di elaborazione e di conseguente traduzione organizzativa.

È un processo di elaborazione, questo, oggi percepito in tutta la sua importanza proprio perché siamo consapevoli di quanto, nella storia, il segno qualitativo delle culture, e forse anche delle civiltà, sia determinato proprio dal valore sociale e simbolico attribuito al lavoro, alla sua capacità di contribuire a dare risposte ai bisogni essenziali degli uomini secondo un principio di dignità e giustizia.

Davanti a tutti noi c'è dunque il compito di contribuire a una grande opera di tessitura che riannodi i nessi di valore, le relazioni, i poteri. Questo, in un contesto in cui la comunità di appartenenza è diventata globale, significa contribuire a determinare il segno qualitativo che avrà non solo il lavoro, ma il mondo stesso. In questa azione occorre un grande sforzo corale che sia insieme della politica, della società, della cultura, dell'arte a cui chiediamo di svolgere un lavoro eticamente responsabile.

In questa direzione si colloca l'importante e, presumo, faticoso lavoro (uso volutamente il termine) di Maura Del Serra. Il lavoro maieutico di una studiosa che avverte la necessità di "ritrovare i nessi coesivi e significanti delle proprie radici, trasformandole in un altrettanto globale lavoro etico, non astratto [...] per rinnovare in ogni lingua e cultura il senso dell'umano poiein".

E questo excursus appassionante, dalla Bibbia ai giorni nostri ci parla insieme di lavoro e di poesia, e di poesia che si fa lavoro, riaccendendo i nodi semantici di cui è tessuta la nostra identità in un percorso da cui trarre le risorse per affrontare da protagonisti anche le prossime sfide.

Guglielmo Epifani




Un volume antologico per chiudere le celebrazioni dei 100 anni della Cgil

Se il lavoro diventa poesia

Poesia e lavoro, è l'inusuale titolo del volume antologico curato da Maura Del Serra per l'Edizione del Giano di Roma che verrà presentato lunedì alle 16,30 alla biblioteca San Giorgio, ex officine Breda, in via Pertini a Pistoia dal segretario nazionale della Cgil, Guglielmo Epifani, e da Margherita Pieracci Harwell, già docente di italianistica all'Università di Chicago. Poesia e lavoro, il matrimonio è inedito, ma meno strano di quanto sembri, un'ottica diversa da cui guardare al comune punto di partenza dell'identità e dell'autocoscienza umana: il poiein, il fare. Come spiega Del Serra illustrando un'iniziativa che sigla la fine delle celebrazioni per i cent'anni della Cgil e che è stata voluta dalle Camere del Lavoro di Firenze, Prato e Pistoia, come spiegano i tre segretari, Mauro Fuso, Manuele Marigolli e Daniele Quiriconi.

Non è un caso che la poderosa raccolta di quasi 500 pagine prefata dallo stesso Epifani, cominci dalla Bibbia, possa pure sembrare bizzarro l'accostamento tra Dio e magari un operaio metalmeccanico. "Non capisco - dice Del Serra - perché non dovremmo considerare lavoro anche quello di Dio che crea il mondo attraverso la parola, lo strumento del poeta, il quale a sua volta cos'altro è se non un artigiano della parola che lavora di lima e affronta il travaglio della creatività; con una parola 'travaglio' che in Occidente ha dato origine a tutte quelle che significano lavorare?".

Ecco così che alla Bibbia seguono i poeti greci, Omero, Esiodo tra gli altri, i latini, quelli del Medioevo, dell'Illuminismo, del Romanticismo, dall'Ariosto al Foscolo, da Shakespeare a Baudelaire, le testimonianze del Simbolismo, le avanguardie moderniste, fino al Novecento e all'unica poetessa ancora vivente inclusa nell'antologia, la polacca Szymborska. Mancano Dante, Petrarca, Leopardi? Mancano: "perché in Dante il lavoro viene citato solo in similitudini integrate dentro al suo viaggio e non isolabili" - dice la curatrice -; "mentre Petrarca, il primo poeta moderno, e Leopardi hanno al centro della riflessione l'individuo, il sé, l'intimo, non il lavoro degli altri".


Ilaria Ciuti

"La Repubblica", Firenze

1 novembre 2007



Il lavoro visto dai poeti

Nella storia ci sono stati poeti che si sono occupati del lavoro, ma anche lavoratori-poeti. Un binomio di cui si è parlato poco e che è al centro del volume Poesia e lavoro nella cultura occidentale, curato da Maura Del Serra e a cui il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha contribuito con una prefazione.

Il libro è stato presentato ieri nella sala conferenze della biblioteca comunale San Giorgio, gremita per l'occasione non solo da "addetti ai lavori".

"È un modo diverso per rendere omaggio al mondo del lavoro - ha detto Epifani ai cronisti - questo libro offre un'angolatura diversa ed originale del lavoro visto nel rapporto con la poesia. Leggendolo si scoprono tante cose ed è significativo come molti grandi poeti abbiano affrontato il tema del lavoro".


"Il Tirreno"

6 novembre 2007




Cgil, con la poesia è un bel centenario

Ci sono Omero e Ovidio, Shakespeare e l'Ariosto, Goethe, Baudelaire e la Dickinson, fino ad arrivare a Pascoli, Brecht, Neruda e Pasolini. Sono le voci liriche di 45 artisti di ogni tempo, dalle pagine della raccolta Poesia e lavoro, a chiudere il ciclo delle celebrazioni per il centenario della nascita della Cgil. Il libro, curato da Maura Del Serra ed edito da Del Giano con il sostegno delle Camere del Lavoro di Pistoia, Prato e Firenze, è stato presentato ieri pomeriggio nella biblioteca San Giorgio dal segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. Insieme a lui, sul palco, il responsabile della Cgil pistoiese Daniele Quiriconi a far gli onori di casa, la stesa Maura Del Serra e Margherita Pieracci Harwell, docente di italianistica all'Università di Chicago. "Un'antologia di opere che parte dalla Bibbia e arriva fino ai giorni nostri, presentata in questa splendida biblioteca che un tempo ospitava le gloriose officine dell'impresa San Giorgio: quale metodo migliore per terminare i festeggiamenti dei primi 100 anni di Cgil", ha detto Quiriconi introducendo gli interventi. Epifani - tra l'altro autore della prefazione al volume - si è soffermato invece sul complesso rapporto tra poesia e lavoro. "La poesia è legata all'individuale, all'intimo, il lavoro ad una dimensione prettamente collettiva. Ma come dimostra questa raccolta, la poesia - ha spiegato - ha la capacità di saper descrivere il senso immortale delle cose. Anche di quelle che appartengono a mondi apparentemente lontani, come quello del lavoro".


"La Nazione"

6 novembre 2007

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